
Oggi lui vive a Tenerife in Spagna con la sua fidanzata, l’influencer e modella curvy Federica Pacela, ma da ormai settimane è sotto il tiro di alcuni “clickbite” che fanno riferimento a un periodo durissimo della sua vita. Si chiamano “clickbite” i titoli di articoli sensazionalisti che sui vari siti on line mirano ad attrarre l’attenzione del lettore e lo portano a leggere anche a lungo, prima di permettergli di capire che il titolo… era solo un trucco. Alessio Lo Passo di Uomini e Donne si è sfogato in una lunga intervista rilasciata a IGOSSIP.it.
L’ex tronista ha spiegato a IGOSSIP.it: “Sì, mi hanno avvisato dall’Italia e ho verificato. Da un paio di settimane, i titoli di certi giornali on line (o come vogliamo chiamare pagine simili) mi colpiscono spacciando per attualissima la mia vicenda giudiziaria risalente ad anni fa. Sette, per la precisione, e cinque da che è stata resa nota. È un’azione di una bassezza inaudita, perché negli articoli, partendo dalle calende greche a spiegare chi io sia per arrivare ai fatti che mi riguardarono, dopo infinite divagazioni… sono costretti a smentire il titolo. Intanto chi legge solo il titolo e non legge tutto l’articolo, fino in fondo, pensa che io sia un recidivo. Uno che ne ha combinata un’altra… e questo a un essere umano che ancora lotta contro certi ricordi e cerca d riabilitarsi e andare avanti, non si fa. A nessun uomo deve essere fatto quel che si sta facendo a me solo perché non si sa cosa scrivere, non si hanno contatti, contenuti o interviste recenti… ma quelle sono cose per chi si dà da fare e lavora, che non si limita al parassitismo del copia e incolla di notizie vecchie e magari frutto del lavoro altrui. E c’è chi va a ruota e copia e incolla a sua volta, diffondendo bufale e facendo a pezzi i malcapitati di turno. Senza riguardi, senza pietà e senza verità. È un vero schifo. Se non hanno materiale da pubblicare si diano da fare, invece di vendere pubblicità sulla pelle altrui. Con alcuni di questi giornali sono sempre stato disponibile a un’intervista e senza alcun compenso. Sono stato ricompensato così“.
Alessio è davvero sconvolto: “Mi sento come si sentirebbe qualsiasi persona che abbia incassato una condanna (spropositata, tra l’altro, o non credo che avrei mai avuto i domiciliari) ne ha comunque scontato sino all’ultimo giorno la pena, e poi cerca di ricominciare la sua vita e un bel giorno legge certi “giornali” e rimettere on line la vicenda, con titoli che fanno pensare che la condanna sia cosa di ora. È una scorrettezza della quale il lettore può fregarsene, al massimo ha buttato via qualche minuto di inutile lettura preso in giro con piena volontà dal “giornale”, ma io no: io non posso fregarmene. Parlano della mia vita, del dramma della mia vita e di quella della mia famiglia. Mi fanno apparire come un avanzo di galera che ha reiterato un reato. E questa, mi dispiace, non è ignoranza sull’argomento o inconsapevolezza del danno morale e umano che mi si arreca: come stanno veramente le cose lo scrivono nello stesso articolo. Si tratta quindi di sciacallaggio consapevole sulla tragedia di un uomo“.
E poi ancora: “Non hanno né le capacità né il prestigio di trovarsi le notizie da soli, quindi copiano all’infinito l’uno dall’altro. O cambiano i testi di interviste sudate da altri, come ho potuto riscontrare più volte. Nel mio caso si legge addirittura: “Uomini e donne sotto shock: arrestati due tronisti”. Sono fuori dal programma da una vita, e chi lo segue ora non sa nemmeno chi io sia. Oppure “Maria De Filippi infuriata”. Ma per cosa? Titoli ingannatori, ma molto gravi per me. Come smentirli a questo punto è affar mio? Beh, non funziona così, e come funziona veramente verrà stabilito nelle sedi opportune. Un “clickbite” può essere innocuo, ma quando mira contro una persona che ha vissuto una tragedia, usandola, allora è altro“.
Alessio Lo Passo ha asserito: “Si comportano in questo modo con gente come me. Con chi conta non si azzarderebbero. E questa come vogliamo chiamarla se non vigliaccheria? È professionalità una cosa del genere? Di quanto possa essere devastante per una persona vivere quel che io ho vissuto, se ne fregano. Hanno inchiostro da versare per riempire pagine piene di niente, a costo di ingannare il lettore sulla veridicità di quel che scrivono e fare a pezzi me, o chi come me. Ma avranno pure un direttore responsabile, o un titolare che renda conto di una simile condotta. Vedremo. Ho passato questi anni, dopo il carcere e i domiciliari, a cercare di guarire da un trauma che a volte penso sarà più forte di me, sino alla fine dei miei giorni. Notizie false di questo tipo fanno a pezzi un essere umano con un titolo fuorviante studiato a tavolino. È una porcheria inaudita arrecare un danno morale volontario, lo ribadisco, a una persona che sta tentando di riabilitarsi e portare avanti la sua vita. Lo Stato concede il diritto a riabilitarsi, lo concede il pensiero cristiano, ma questa gente invece lo impedisce con quattro articoli falsi, vuoti, e pure scritti coi piedi“. […]
Ha poi concluso: “Le ferite sono diventate cicatrici dentro di me. Corpi estranei. Fanno parte della mia vita, non di me, non di Alessio. Non trovo ancora – e non so se troverò mai – la serenità che mi permetta di considerare quel periodo della mia vita come un inciampo superato, come semplice “vita passata” anche se dolorosa. Chi scrive certi titoli on line se sapesse il male che mi sta facendo li scriverebbe lo stesso? Non lo so, forse, ma una cosa la so: non venir buttato in pasto ai giornali in questo modo strumentale, senza una ragione, dopo quanto ho passato è un mio diritto. Non ho ucciso nessuno, ho pagato il mio debito, adesso basta“.