E’ “Perso nello spazio”, è Lillo Minniti…andiamo ad intervistarlo!

E’ nata prima la passione per l’architettura o quella della musica, e quale delle due sovrasta l’altra?

R : Sicuramente la Musica. Fin da bambino, con un padre cantante Lirico ( baritono) e una casa piena di musica non poteva essere altrimenti…la scuola d’arte, la pittura e la scultura mi portarono poi ad esplorare le possibilità espressive delle arti figurative, e da lì la scelta di studiare architettura, ma la Musica è stata sempre il mio primo grande amore.
Ci parli di “Lost in space”, cosa ci ha voluto mettere dentro?
R: Le mie esperienze di vita, le mie passioni, I miei amori, la mia attenzione all’umanità, la mia passione per la fantascienza…
Come definirebbe il suo stile musicale?
Mi viene difficile identificarlo…

R: Si potrebbe parlare di Etno-World, per le sonorità a volte orientali…ma poi le ballad smentiscono questa definizione rendendola riduttiva…

Cosa significa per lei , perdersi nello spazio? Ovviamente riferendosi al pezzo principale del suo lavoro?

R: E’ la metafora di una ricerca di affetti di amori, di amicizie connaturata all’uomo. E’. fondamentalmente una canzone d’amore.

 

I poeti hanno sempre dichiarato di scrivere meglio quando sono tristi e malinconici.
Succede anche a lei?

R: Dipende dal momento…non sempre è così. A volte invece è un momento di serenità, o di gioia.

Muhammad tocca un problema sociale davvero molto grave, pensa che una canzone possa cambiare, o almeno far riflettere e aprire un po’ la mente delle persone?

R:  Me lo auguro…in Sicilia viviamo questo drama da vicino, e ho avuto modo di parlare con diversi ragazzi e ragazze che hanno subito angherie tali nei loro paesi da cercare di sfuggirne, non sempre con risultati positivi, anzi…

Ascoltando “LOST IN SPACE” mi rendo conto che nella play list non c’è nessun brano allegro, o che esprima la gioia di un momento.


Ne ha mai scritto uno che fosse un’esplosione di felicità da trasmettere al pubblico che l’ascolta?

R: Beh, c’è la ninnananna dedicate al mio gattone, Moonlight Freddie che è molto delicate, o la ballad dedicate a mia figlia, Yoy, che esprime solo amore…
Domani chissà, tutto è possibile…

Cosa pensa della musica in questo periodo storico?

R: Poca di qualità…molta paccottiglia commerciale, con pochissimi esempi di qualità. Quando voglio ascoltare la buona musica devo rivolgermi al passato…

Lei ha la macchina del tempo…in che epoca musicale vorrebbe andare?
R: Negli anni 60/70, a rivivere I beatles!
Qualche progetto nuovo “in cantiere?”
R: Si, un disco dedicato alla spiritualità, ancora qualcosa di autobiografico…e un’altra ninnananna!

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