Paola Sbarbada Ferrari lavora nel settore della finanza. Musica e lettura l’hanno sempre tenuta per mano, accompagnandola in questo cammino che è la vita e portandola a intraprendere studi di canto e di chitarra. Il casolare sull’aia, romanzo che ha pazientemente costruito, dando vita ai suoi personaggi, smaniosi di farsi conoscere dai lettori, è la sua opera prima.
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Da dove nasce l’idea che l’ha spinta a scrivere quest’opera così attuale sul malessere esistenziale?
In realtà la molla che mi ha spinta a scrivere “llcasolare sull’aia” è l’amore che mi lega da sempre ai miei nonni. Quel grande amore e quel forte legame che mi univa a loro quattro, li ho prestati alla mia protagonista Stella. Stella appare sin dalle prime pagine una donna dei nostri giorni, apparentemente sicura di sè, sempre alle prese con una vita intrisa di impegni e con la testa piena di pensieri troppo spesso superficiali. La sua insoddisfazione, in effetti, descrive stati d’animo che ci accomunano. Inconsapevolmente ho raccontato di un malessere esistenziale ma, come ho detto all’inizio, la ragione che mi ha portata a scrivere era la necessità di raccontare su carta quel grande sentimento di Stella nei confronti degli amati nonni faro e bussola della sua esistenza.
In questa storia è la musica che crea il contatto con il passato. Questa scelta ha un significato?
Credo che la musica sia in grado di fare magie, di catapultarci in un mondo parallelo dove possiamo veramente rifugiarci e sentirci sereni, non più smarriti. La musica ha il potere di rallegrarci, di farci ricordare momenti ed emozioni vissuti. Non poteva che essere la musica il ponte che unisce Stella hai suoi amati nonni, scomparsi anni prima.
Cos’ha provato durante la scrittura di questa storia?
Tanta emozione. Sono stata travolta dai sentimenti provati dai miei stessi personaggi e poi, confesso di essermi divertita immensamente.
Il personaggio del quale ha raccontato che l’ha emozionata di più?
Credo che sia proprio la protagonista Stella. In quelle pagine lei prova tante emozioni paragonabili ai colori di un caleidoscopio. Le emozioni descritte grazie alla tastiera del mio Pc sono le medesime che, ammetto, ho provato io stessa mentre le descrivevo. Stella, oltre ad avermi emozionata, mi ha insegnato tanto.
A chi pensa quando scrive?
Mi immedesimo nei miei personaggi. Penso a loro, li immagino anche fisicamente ma soprattutto cerco di entrare in empatia, sperando di evidenziare il più possibile ogni singola sfaccettatura del loro carattere.
Che lettrice è Paola Sbarbada Ferrari?
Un’accanita lettrice di gialli e thriller! Da sempre! Ogni tanto decido di leggere un romanzo ma poi,inevitabilmente, gli intrighi e i misteri mi affascinano e non posso farne a meno. Bussi, Dicker e Lekbergsono i miei compagni di lettura di questi ultimi tempi.
Che cosa rappresenta per lei un libro?
Un modo spensierato per evolversi, di apprendere divertendosi. Ogni libro può essere veicolo di nuove conoscenze.
Quali autori hanno influito sulla sua formazione di scrittrice?
I miei genitori mi hanno sempre spronato a leggere. Quando ero ragazzina amavo molto Oriana Fallaci.Ho amato tanto anche i libri di Isabel Allende, Grisham… ma ho apprezzato tanti libri di autori sconosciuti. Come le dicevo prima, però, la mia passione è e rimane quella per i gialli. Leggere aiuta tutti, anche coloro che non scriveranno mai un loro libro. Leggere apre la mente.
Continuerà a scrivere? C’è già qualcosa che bolle in pentola?
Certo, scrivere per me è meraviglioso. In pentola bolle -ed è a metà cottura- il mio secondo romanzo. Nuovi personaggi ed altre ambientazioni. Tanti sentimenti che, ancora una volta, legano le persone per sempre, con l’aggiunta di un pizzico di mistery. Se tutto andrà bene, credo che il mio prossimo romanzo possa uscire a novembre di quest’anno.
La redazione
