Costumista per passione. Milena Canonero conquista il suo quarto Oscar

L’opera è della giornalista e aristista Barbara Crimaudo

Bombardati dai red carpet da ogni nazione dove la biondissima ics ancheggia in “taldetali”, la super mora ipsilon in “tizio&caio”

Vita dura per star e stilisti in questo periodo che a suon di falcate, flash, commenti al vetriolo della stampa di settore, fiumi di gossip che si confondono con champagne e fragole, il minestrone della moda è sempre il protagonista su tutto.

Dietro le quinte, con ore di lavoro, passione, inventiva e temi assegnati se ne stanno a sognare con i loro personaggi le costumiste, un ruolo fondamentale senza di loro i personaggi sul palcoscenico e red carpet non esisterebbero.

Nota a margine per i pignoli: le star per le occasioni speciali e cerimonie assoldano costumiste ad hoc, oltre ad un esercito di parrucchieri e truccatori, che scelgono outfit di tutto punto, pagate con cifre cui numeri si perdono nel firmamento. Tra tutte primeggia Rachel Zoe, il suo successo è planetario quanto la fame del suo stomaco sempre vuoto, uno scheletro griffato che ha fatto di tutto per affermarsi nello star system.

Ritorniamo alle costumiste, quelle del cinema e teatro che disegnano gli abiti di scena, scelgono lo stile, i tessuti, i colori stabilendo una sinergia con il regista e lo scenografo; il loro compito non finisce qui, sovrintendono la realizzazione dei costumi da parte dei sarti delineando prima i bozzetti.

La mole di lavoro è tanta, in confronto Noè che ha costruito e coordinato la salita sull’arca sembra un gioco, rispetto alla vestizione completa di una troupe, oltre gli abiti bisogna scegliere accessori, trucco e parrucco. Per non arrivare all’esaurimento, l’aiuto costumista coordina la parte logistica e tecnica dell’impresa.

Dicono che con quest’arte si nasce e ci si perfeziona a suon di corsi specialistici, in accademie di nicchia spesso ubicate oltreoceano.

Soprattutto una vita per i costumi merita dei riconoscenti come per attori registi & Co. tra tutti quello ambito è lui: Oscar.

La statuetta d’oro, dal 1942 al 1947 è stata di gesso per scoraggiare i malintenzionati a rubarle qualche giorno prima dei premi e rivenderle come è accaduto molte volte, riserva una categoria tutta speciale agli abiti di scena premiandone la genialità, il gusto, la scelta e il lustro al film in gara o non.

Quest’anno sul palco del Kodak Theatre, per la notte magica, un’italiana trapiantata da anni in America ha conquistato il premio precisiamo: per la quarta volta. Grazie a Grand Hotel Budapest, Milena Canonero ha portato a casa e in patria l’omino placcato d’oro. La torinese ha passato una vita tra costumi, i premiati: per Barry Lyndon di Stanley Kubrick, Momenti di gloria di Hugh Hudson e Marie Antoinette di Sofia Coppola. Aiutata dalla passione per le storie di Wes Anderson, cui dice: “compositore, conduttore, guida unica”, la costumista ha bucato molti grandi schermi con gli abiti di scena colorati quasi al limite di un cartone animato.

La chiave del successo di un film dipende anche da quello che indossano gli attori, prima ancora da quell’intuizione per realizzarli e il feeling con il regista, anche questo fa parte del costumista.

Barbara Crimaudo

 

 

 

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