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Conciliare studio, lavoro e famiglia: la parola chiave è motivazione

Domanda secca: è possibile conciliare i propri impegni di lavoro o famigliari con lo studio universitario? E quando si è “anche” madri? È possibile condurre una vita da mamma, lavorare e magari anche prendersi una laurea?

La risposta è “se vuoi puoi”, almeno nella maggior parte dei casi.

Lungi dal voler indicare percorsi facili e troppo ottimistici bisogna essere sinceri e ammettere che il carico di lavoro imposto dallo studio universitario non si concilia facilmente con quelli che possono essere gli impegni che derivano da un lavoro full time o dall’essere genitori di figli magari molto piccoli.

Questo però non significa che si sia di fronte ad una missione impossibile.

Molti coach comportamentali hanno analizzato questo tipo di situazione ed hanno messo a punto una serie di “punti chiave” che, se seguiti, possono davvero decretare la differenza tra un percorso di studi vincente ed uno perdente.

Il punto di partenza è quello di non pensare di poter risolvere tutti problemi con l’impegno; non basta. Serve innanzitutto flessibilità, che si traduce nell’organizzare la propria giornata rinunciando magari a qualcosa o cambiando alcune abitudini, o che si può tradurre nel definire percorsi “alternativi” nella propria scelta universitaria.

Ad esempio: se ci si rende conto che non si ha il tempo di seguire le lezioni in aula tutti i giorni, piuttosto che rinunciare  in tronco, perché non provare ad immaginare soluzioni diverse quali le università online come unicusano  che permettono di studiare da casa e che richiedono la presenza fisica in loco solo in occasione degli esami?

Secondo punto chiave è l’organizzazione. La giornata di una mamma o di un lavoratore che studia all’università non può lasciare nulla al caso. Bisogna definire preventivamente orari e priorità, lasciando magari perdere impegni e task che potrebbero prosciugare il proprio tempo. Da tale considerazione emergono poi altri due punti chiave da considerare che sono quello della “delega” e quello della “rinuncia”. In cosa consistono? Abbiamo premesso con estrema sincerità che non si tratta di un obiettivo semplice e per questo è imprescindibile chiedere un aiuto a parenti o a collaboratori magari per le faccende domestiche o per la cura del bambino.

Aiuto che deve essere strutturale e strutturato e non saltuario, per essere efficace. Allo stesso tempo proprio per evitare di caricarsi di impegni inutili è bene imparare a dire di no a quei compiti che non sono funzionali al raggiungimento di quelli che sono i due obiettivi principali ovvero lo studio, il lavoro e la famiglia.

In tutto questo, ultimo punto ma non meno importante, è sempre bene avere un occhio di riguardo per la propria salute fisica e psichica, garantendosi il giusto riposo notturno e periodici momenti di relax; bisogna infatti sempre ricordare che per un datore di lavoro e più ancora per un figlio, è più importante un collaboratore o viceversa un genitore sano piuttosto che uno non sano ma laureato.

Susie

 

 

 

 

 

 

 

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