Interviste

Ana Danca e “La voce del silenzio” – Intervista

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Ana Danca è nata in Romania, a Buruienesti e attualmente vive e lavora a Mantova. Diplomata in meteorologia ad Arad (RO) ha lavorato presso la Stazione Meteorologica di Tulnici, poi come insegnante supplente nella scuola media del paese nativo. Ha precedentemente pubblicato i romanzi “Come vuole la vita” (2016) e “Patrie interiori” (2018). Con quest’ultimo, edito sempre da Gilgamesh Edizioni, è stata premiata a Roma dall’Accademia di Romania per il suo progetto “Difendersi con la Cultura (Scrittura)” nel settembre del 2018. Lo stesso romanzo viene premiato con la Menzione di Merito al Concorso Letterario Nazionale “La felicità ritrovata” nel maggio del 2020 dal Comune di Riccione. “La voce del silenzio” rappresenta la conclusione del trittico ispirato ai concetti platonici di Bene, Verità e Bellezza.

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Editore: GILGAMESH EDIZIONI – Narrativa –  Pagine:128 Formato: 13.5×20.8

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LA VOCE DEL SILENZIO è un romanzo che fa parte di una trilogia. 
Quale è il filo conduttore che lega questi tre libri?
I libri  sono legati da un filo conduttore che influenza in modo diretto la qualità della nostra esistenza, ovvero la Mente, le Relazioni, e il nostro Corpo. Quando si riesce a trovare l’armonia tra le funzioni del corpo e l’anima, è evidente di come in certi momenti l’anima sia capace di dare il meglio e il peggio di sé. Con la lettura del testo possiamo scoprire di come queste funzioni sono descritte con grande sensibilità umana e spirituale.
Ci spiega cosa rappresenta per lei il silenzio?
Il silenzio è una cosa molto preziosa per me. È quel momento che mi accompagna dolcemente ad affrontare ogni difficoltà della vita; dolore,tristezza, e gioia. È lo spazio che mi permette di passare oltre la linea di confine tra il mondo esteriore e quello dell’anima.  Lo strumento che trasforma questo momento in risorsa, sostegno e forza di andare avanti giorno dopo giorno. Infine, il silenzio è in grado di allontanare i pensieri negativi e ritrovare così la fiducia in me stessa.
E la bellezza?
Non ho una risposta precisa.
Quando pronunciamo la parola “Bellezza ” il nostro pensiero si ferma prima sul aspetto esteriore di ogni cosa. Sia dal mondo umano, della natura, e d’altro. Penso però che prima di tutto la bellezza è conoscenza, armonia e soprattutto comprensione. Quindi per me rappresenta un grande elemento che mi aiuta a vedere le cose da tanti punti di vista. Ecco perché credo che la bellezza si può trovare da qualsiasi parte, anche nel caso più completo. A me ultimamente sembra di cogliere tanta bellezza, forse è anche una predisposizione personale.
Perché ha deciso di mantenere la maggior parte del lessico e la sintassi originale della sua scrittura?
Anche se sono di madre lingua romena, ho scritto il testo direttamente nella lingua d’adozione senza usufruire la traduzione,  perché ho voluto valorizzare la varietà linguistica. Siccome la lingua è sempre viva e in divenire può essere interessante leggere il romanzo scritto da me, un autore allofano.
Gioia è la pagina bianca del libro con la quale dialoga scrivendo. Quale è stato il pensiero responsabile che le ha fatto maturare l’idea che scrivere fosse l’unico modo per essere ascoltata?
Un giorno provavo dentro di me una strana sensazione qualcosa che non ho mai avvertito prima. E pensavo di dirlo a qualcuno. Ma,quel qualcuno non lo più trovato. Peccato, mi sono detta, volevo dirle solo due parole “sto bene “. Così mi sono messa a parlare con la carta. Le persone non hanno più voglia, tempo, e pazienza di ascoltare l’altro.
“La carta è più paziente degli uomini ” diceva Anna Frank. Mentre scrivevo maturava il pensiero di chissà quante persone come me, vivono questo disagio. Perché non dare loro una speranza?
Dal suo romanzo si percepisce che comunque, nonostante le difficoltà, ha sempre trovato qualcuno che le ha teso una mano nei momenti di difficoltà. La sua tendenza alla positività dove nasce?
Sono nata e cresciuta in campagna. I miei genitori mi hanno trasmesso dei sani principi e valori della vita, secondo la legge di Dio,dello stato e della famiglia.
Forse la mia positività deriva dal grande attaccamento della terra è la curiosità del cielo.Fin da bambina proprio il cielo è stato un grande mistero per me. Ancora oggi se alzo gli occhi verso quella sconfinata distesa azzurra ; mi sembra di vedere un volto nascosto che penetra fra le nuvole, se lo guardo di giorno, oppure un sorriso sotto il bianco della luna, se lo fisso di sera.
Riccardo bene la domanda che feci al mio padre tanti anni fa “Papà chi ha fatto le stelle?”
Dopo tanti anni, le capita ancora di essere discriminata perché straniera?
Vorrei tanto dirle di no ma, purtroppo capita.Io non mi sento straniera, spesso sono le persone che melo ricordano. Questo succede in ogni fascia sociale della comunità dove vivo da quasi trent’anni.
Se fino qualche tempo fa pensavo che questo succede solo quando cerco casa oppure ho bisogna di un prestito della banca, oggi mie capitato pure nel mondo della cultura. Stavo organizzando una presentazione del libro quando la responsabile dell’evento ha proposto la lettura di alcuni brani ad una persona  dell’associazione culturale che esiste sul territorio. La donna accetta volentieri ma,quando legge il nome dell’autore ,cioè il mio, il suo volto cambia il colore. Dopo qualche ora mi restituisce il libro, rifiutando la lettura per motivo…sei straniera. Lascio a voi i commenti !
Sente di essere riuscita a trasmettere attraverso il suo percorso di vita l’importanza della cultura?
Questo è un impegno quotidiano che mi sono data. Non so in che misura sono riuscita fuori della famiglia, cioè i figli. Ma,il mio lavoro (baby sitter) mi permette di essere sempre a contatto con le nuove generazioni, dalla loro nascita fino a l’età adolescente. Cerco sempre di far capire a tutti di quanto fosse importante studiare, di come l’istruzione possa offrire loro prospettive migliori. La cultura è come la fede, bisogna seminarla non solo con le parole scritte ma,anche con il proprio comportamento, gesti,linguaggio, consigli,anche di lettura. La cultura ci rende liberi, aiuta a cambiare la visione delle cose.
Quanto è cambiata la sua vita da quando a scoperto la scrittura?
Se vogliamo parlare in termini economici, scordiamocela.Sono arricchita culturalmente. Per me conta la soddisfazione perché  ciò che scrivo é unico e irripetibile. È frutto dell’unicita che scaturisce dall’anima,trovando serenità e pace. Scrivere mi piace tanto, mi sento straordianriamente a mio agio. Provo un’emozione che mi rilassa molto e contribuisce a stabilire il mio equilibrio interiore.
Un voto per il cambiamento della vita – ottimo.
Vorremmo che lasciasse un messaggio/consiglio esplicito ai giovani e anche meno giovani che arrivano in Italia da un paese straniero ed hanno voglia di integrarsi.
Se hanno voglia di integrarsi, dico loro  di non lasciarsi prendere della rabbia perché magari le aspettative deludono. Di seguire i loro sogni con determinazione e coraggio, nonostante tutto e tutti, senza fare rumore. Dare spazio al silenzio di allontanare tutti i
pensieri negativi. Solo così  potranno iniziare questo nuovo percorso giusto ed equilibrato.
“Ogni uno di noi è ciò che riesce a scrivere nel cuore delle persone”.(AnaD.)
Ricordiamoci; la pace nel mondo inizia da ciascuno di noi. Pace!

 

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