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A Roma si celebrano i 25 anni della Pasticceria Sicilia

Nuovi orizzonti dell’antica arte pasticcera Siciliana

ROMA, Grande festa per i 25 anni della Pasticceria Sicilia

Un  messaggio di speranza, dopo la sosta della pandemia, riuscendo a cogliere il piacere nel piacere del cibo, gustato con leggerezza, per ricevere e dare gioia con i sapori, le sensazioni, le emozioni. Come una serra, dolci che sembrano fiori, un incantevole giardino botanico nel cuore di Roma, quartiere Tuscolano, dove è piacevole e nuova la sensazione di essere trasportati in un viaggio affascinante dalla fantasia del maestro pasticcere Gaetano Viscuso  e da sua figlia Monica, che ogni sera, come giocolieri, creano ricette e mix inediti che ne valorizzano la ricca bontà Siciliana.

Gaetano Viscuso è diventato cuoco giorno dopo giorno, consapevole che l’esperienza si fa sul campo, una idea molto chiara su come interpretare il concetto che la sua cucina non è ostentazione ma valorizzazione, mettendosi in discussione ai fornelli, per lui ogni dolce è costituito da tanti fattori che devono “intrigare”,  la semplicità di una cucina con ingredienti che nascono dalla ricerca di materie prime che Viscuso reperisce nelle campagne vicino a Roma da piccoli “artigiani” produttori di formaggio, carne, pesce, ortaggi, la necessità dell’utilizzo dei prodotti a Km zero che non nasce dalla moda ma dalla ferma convinzione che il Lazio deve offrire un cibo e dei prodotti legati al territorio, è importante la peculiarità e il valore del luogo unico e inimitabile nel quale ci troviamo.

Prima che al palato i suoi piatti arrivano al cuore perché  in ogni pietanza si concretizzano tanti concetti positivi, rispetto per l’ambiente, la stagionalità, l’attenzione agli sprechi, la condivisione, la convivialità., per Gaetano Viscuso ogni creazione  è un’opera d’arte e un modo per trasmettere una filosofia di vita.

La pasticceria Sicilia è stata fondata nel 1997 nel cuore del quartiere Tuscolano, da Gaetano Viscuso che, attraverso la sua lunga esperienza, ha deciso di approdare proprio a Roma insieme alla famiglia per portare l’arte pasticcera siciliana nella Capitale. La sua una lunga gavetta, poco più che bambino, all’età di 12 anni, inizia ad apprendere un mestiere nei lavoratori più rinomati di Catania; da qui la provenienza di antiche ricette e dolci tradizionali siciliani.

Con Gaetano la moglie Concetta e le due figlie Cinzia e Monica, cosi da aumentare il numero delle specialità prodotte nell’impresa famigliare, tramandandosi ottime ricette da padre ai figli, produce artigianalmente i dolci siciliani più buoni di Roma. Così sono stati definiti dai numerosi organi di stampa. Dolci delicati e saporiti, pasta di mandorle, incredibile varietà di prodotti salati, torte assortite, cannoli e specialità Siciliane. La famiglia Viscuso da sempre è impegnata nella Pasticceria Tradizionale Siciliana, con ricerca scrupolosa delle materie prime, seguendo tradizione ma anche innovazione con la figlia Monica che ha deciso di prendere le redini di famiglia, dove prendono vita prelibatezze dolci e salate, proposti ogni giorno ai clienti e anche a numerosi turisti che approdano da ogni parte del mondo per assaggiare queste prelibatezze più uniche che rare. Una grande festa per i 25 anni di attività, tante le persone presenti fino a tarda sera, all’insegna della Sicilia e dei suoi sapori.

La Pasticceria Siciliana dai Bizantini in poi

Da Redazione SiciliaFan

La pasticceria Siciliana è una dolcissima storia, basata su mito e religione con l’unione  di culture e di popoli: Sicani, Siculi, Fenici, Greci, Romani, Bizantini, Arabi, Normanni, Germanici, Francesi, Spagnoli. Ognuno di loro ha lasciato il suo contributo, i primi erano dedicati alla grande Dea Madre: pare che i Siculi fossero soliti amalgamare il frumento con il latte e il miele, dando vita a una prima forma di cuccia. In seguito, furono i Greci a portare nell’isola il mandorlo, la vite, l’ulivo e nuove tecniche di lavorazione della terra, rinforzate dal culto in onore di Demetra, Persefone, Adone e Dioniso. Durante la dominazione romana si vivevano con grande coinvolgimento le festività di Carnevale e Pasqua e pare che sia il cannolo che la cassata siano legati a questi due riti.

Intorno alla metà del 500 sarà la volta dei Bizantini. Vennero fondati numerosi monasteri, la cucina divenne più ricercata e si impreziosì di nuovi aromi. Il passaggio successivo è quello che vide protagonisti gli Arabi: la conquista dell’isola da parte dei musulmani iniziò nell’827. Vennero introdotte nuove piante, come la canna da zucchero e il gelso e si gettarono le basi per tanti piatti della tradizionale cucina siciliana. Con la dominazione spagnola la pasticceria siciliana vide il perfezionamento di tante ricette. Nei conventi si diffuse sempre più l’arte della dolceria. Alla fine del 1700 i nobili, con rituali e banchetti, favorì la cultura del mangiare bene, sotto la guida dei monsù, ma senza mai distaccarsi troppo dalla tradizione. Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento avvenne una vera e propria rivoluzione nella pasticceria siciliana. Arrivarono dalla Svizzera nomi come Caflish e Greuter, che portarono nuove tecniche di lavorazione e ingredienti come burro e panna.

Influenze arabe di trovano dappertutto, a partire dalla famosa Cassata siciliana (il termine arabo “quasat”, significa scodella rotonda, dove viene versato il dolce ripieno di crema o ricotta), ma anche nei dolci alla cannella, la crema di ricotta, la pasta reale, il torrone di sesamo, la zuccata, la cubbaita (dal nome arabo “qubbayt”), la “scursunera” (il famoso gelato il gelato al gelsomino), lo sciarabat degli Arabi (diventato poi il classico sorbetto o granita), il marzapane, l “calia” (dall’Arabo “qala”, cuocere in padella, sono dei ceci abbrustoliti in uso nelle feste popolari).

Writer: Cristina Vannuzzi

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