PRESSPHOTO Firenze Educandato Statale della SS. Annunziata a Villa di Poggio Imperiale . Marco Mori/New Press Photo

Firenze, lunedì 22 ottobre 2018

Educandato Statale della SS Annunziata

A Firenze la Legalità si serve in tavola…..

 

Il Lions Club Firenze Sesto Fiorentino, su iniziativa del Presidente Roberto Casamonti, ha invitato il 22 ottobre lo chef calabro Filippo Cogliandro per “La Cena della Legalità” un appuntamento per celebrare i servizi umanitari del concetto Lions – i Lions di tutto il mondo che hanno cambiato le vite delle persone tramite servizi umanitari – ponendo come obiettivo quello di ribadire la volontà di uno straordinario impegno civile da parte del mondo dell’associazionismo Lions al fianco di quanti si spendono quotidianamente per l’affermazione della cultura della legalità e della giustizia sociale. Saranno presenti il Dr. Francesco Creazzo, Procuratore Capo del Tribunale di Firenze, magistrati, amministratori, giornalisti, forze dell’ordine ed esponenti del mondo del volontariato, tanti gli ospiti illustri per quello che sarà più di un momento conviviale ma l’occasione per fare un’importante riflessione.

Con questa iniziativa – afferma il Presidente Casamonti – vogliamo sottolineare l’impegno del mondo dell’impresa a favore della Legalità e in difesa della Legge, nella chiara consapevolezza che il mondo dell’associazionismo rappresenta uno dei più forti baluardi a protezione del sistema di regole che danno affidabilità al tessuto economico, contribuendo a far crescere le nostre attività e l’intero territorio.

L’evento si colloca in un più ampio programma di iniziative, promosse dal Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Educandato “SS. Annunziata” il Dr. Giorgio Fiorenza, che vede lo storico istituto fiorentino impegnato da anni nel sensibilizzare gli studenti su tematiche legate alla lotta alle mafie, al senso civico, alla cittadinanza attiva e consapevole.

 

Filippo Cogliandro chef, sperimentatore di uno stile culinario che mescola sapori e colori della sua terra, e cultore di una cucina creativa e tradizionale allo stesso tempo. Tutto questo è Filippo Cogliandro, chef/imprenditore calabrese e patron del ristorante reggino “L’A Gourmet – L’Accademia”. Una cucina basata su piatti locali abbinati all’arte pittorica che “gustosamente” ti accompagnano alla scoperta del territorio della città metropolitana di Reggio e della provincia.

I suoi non sono semplici prodotti, ma personaggi reali che “parlano” della Calabria portandosi dietro un bagaglio culturale che conferisce una specifica identità al territorio di provenienza, favorendo la conoscenza delle tradizioni culturali e promuovendone, di conseguenza, le attività turistiche. Grazie a Filippo, ad esempio, il caciocavallo di Ciminà (Rc) ha accresciuto la notorietà di questo paese del versante ionico dell’Aspromonte, così come lo zafferano di Motta San Giovanni (Rc) ha consentito l’aumento di gite e visite guidate nel piccolo centro pedemontano affacciato sullo Stretto di Messina.

Un amore per la propria terra ma che passa attraverso una fede incrollabile nella legalità: ribellatosi allo strapotere della ndrangheta, Filippo Cogliandro ha messo in campo il suo talento culinario per dire no alla criminalità, da qui è poi nato il progetto delle “Cene della Legalità”, portato in Italia e all’estero a titolo completamente gratuito, concepito da Filippo nel 2012 a Firenze a seguito di una intervista, momenti di riflessione in cui vengono invitati gli studenti più meritevoli degli istituti alberghieri e professionali allo scopo di informare e di parlare di legalità e territorio attraverso la cucina e i prodotti locali, genuini e catalogati come “slow food”, componenti alimentari apparentemente di nicchia, aziende che fanno capo a Goel Bio, cooperativa sociale agricola che raccoglie i produttori calabresi che si oppongono alla ndrangheta.

Ma la sua cucina parla anche di integrazione dei migranti: a L’A Gourmet lavorano due cuochi africani (Abdou Dibbasey, gambiano, e Salhiu Barrow, senegalese) che Filippo ha adottato e formato che con il primo denaro guadagnato all’Accademia hanno acquistato un terreno in Gambia allo scopo di aprire una scuola di formazione per insegnare ai loro giovani connazionali i concetti base di un percorso professionale da mettere in pratica nel loro territorio.

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